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Mango, esce l'album Ti amo così

Articolo di: MN Italia; pubblicato il 23/11/2005 alle ore 11:36:13.

Copertina cd Mango

Il rilancio della lirica d’amore, l’impegno contro l’odio che soffoca il mondo e i suoi figli e la melodia. E’ “Ti amo così”, quindicesimo disco di inediti di Pino Mango. Anticipato dal singolo omonimo, l’album è uscito il 18 novembre, e ripropone un musicista che, oltre ad aver venduto più di 5 milioni di dischi in carriera, è ormai riconosciuto e stimato anche nell'ambiente colto e intransigente della musica classica, tanto da poter vantare di essere l'unico italiano invitato al Festival di Musica Contemporanea di Amsterdam, lo scorso anno.

Dodici brani caratterizzati dal lavoro di produzione e arrangiamento di Rocco Petruzzi, braccio destro e complice al 50% della realizzazione del disco, in cui Mango, anche autore dei testi, affronta l’ennesima curva a gomito del suo percorso artistico, caratterizzato dalla continua voglia di mettersi in gioco e di rischiare nuove soluzioni. A cominciare dal singolo che dà il titolo al disco “Ti amo così”: un 6/8 che è il manifesto dell’album, in bilico tra la poesia romantica di derivazione classica e la modernità del testo. Come è consuetudine per Mango, la composizione appare semplice ma nasconde complicate soluzioni armoniche con lo stesso Mango che accompagna la melodia con un canto caratterizzato da continue salite di tono fino a raggiungere l’apice nel semifalsetto che arricchisce l’inciso: "L'intenzione di ricercare nuove sonorità è stata sempre una mia costante fin dall'inizio della carriera -spiega Mango- anche in questo caso non sono brani legati a schemi tradizionali ma canzoni lontane da una logica ovvia cui spesso in Italia si ricorre".

L’ode d’amore, il testo ispirato al romanticismo più raffinato e fuori dalla banalità sono le costanti dei testi del disco: un sentimento che non sempre è fine a se stesso, come accade in “Solo d’amore”, canzone in cui l’amore si contrappone all’odio che caratterizza il mondo; una sorta di ninna nanna che parla del male assoluto e del tentativo, a volte disperato, di nascondere ai propri figli le bruttezze del mondo: “E’ tanto facile veder morire un uomo, tu non guardare, fai finta che...A volte i sogni son come le nuvole, si scontrano e piangono. A volte siamo come dei bambini soli, soli, che giocano per non capire, che amano far finta”, recita un verso della canzone. Una melodia in cui c’è spazio anche per i due figli di Mango che cantano nel coro “giro giro tondo”. "Per gli esseri umani -spiega Mango- l'amore resta la cosa più importante. Non mi interessa parlare di guerra, la gente è stanca di imbecillità, vuole valori veri da contrapporre a guerra, politica e delinquenza. Quanto alla presenza dei miei due figli nel brano è stato un gioco: perchè per parlare ai bambini di guerra e delle cose brutte devi comunque ricorrere alle favole e alle filastrocche. Loro, registrando il brano, si sono divertiti molto".

E a proposito di famiglia, non manca un duetto con Laura Valente, moglie di Mango e cantante, nel “Dicembre degli aranci”, un brano all’insegna dell’intimità che si può creare solo all’interno di una coppia che si conosce da molto tempo con un verso-simbolo del disco: “Ma l’amore è destino sui nostri incantesimi, tra popoli bisognosi di angeli, ma, allora, forse non ti ho detto “ti amo’ perchè son parte di te”. "Da anni -spiega Mango- ci chiedevano in tanti di fare un duetto ma avevamo sempre rifiutato, non avevamo alcuna voglia di fare la coppietta che canta. Stavolta ho avuto questa idea e l'ho proposta a Laura ma non è un duetto, sono due parti assolutamente divise e solo alla fine la mia voce si incontra con quella di Laura".

Tra i brani, spiccano anche “D’amore sei d’amore dai”, lento destinato a diventare un classico della discografia di Mango con un’ode all’amore per una donna e per la musica, il rock vibrante e chitarristico di “Piccolissima” e “Mio fiore mio”, “Di quanto stupore” con un testo sperimentale in un linguaggio che ondeggia tra reiterazioni e accelerazioni, la commistione latino-anglosassone alla Sting di “Così è la vita”, la ballata malinconica di “Tu non sai”, “Sempre”, tributo alla passione di Mango per il pop dei Beatles, e “I’ te vurria vasà”, evergreen della canzone napoletana che fa riscoprire, grazie alla nuova versione non da cartolina, l’assoluta modernità del brano composto da Russo e Di Capua, con la voce di Mango che vola su un arrangiamento scarno di soli archi e la seconda parte del pezzo che, in un ritmo ossessivo e ipnotico, sovverte totalmente la tradizione lanciando il messaggio del disco alle nuove generazioni: “Adesso è roba vostra, non abbiate paura di rischiare”.

"Insieme a 'Dicitencelo vuje' -dice Mango- la considero la più bella canzone della tradizione napoletana perchè rappresenta il romanzo popolare della povera gente. Ad ascoltarla mi viene sempre il magone. La seconda parte l'ho riscritta provando a mettermi nella mentalità di un autore di fine Ottocento per restituire un'emozione ai ragazzi che non sanno neanche che quella canzone esiste". Infine una battuta sul prossimo tour e sul festival di Sanremo: "In tour partiremo a febbraio -dice- saremo in giro tra palazzetti e teatri. Sanremo non voglio più farlo in gara, ci sono andato troppe volte e non mi interessa. Ma sono stato invitato come ospite e ci sto pensando".