Home: Articoli: Eventi

Prima rassegna di musica spirituale "Il canto dell'anima"

Articolo di: infopressworld; pubblicato il 13/02/2006 alle ore 18:48:13.

Il Cinema Teatro Sereno e la Parrocchia di San Filippo Neri organizzano "Il canto dell'anima", prima rassegna di musica spirituale, "...per raccontare lo spirito religioso dell'uomo nell'arcobaleno delle esperienze musicali"

Il Cinema Teatro Sereno - Brescia
organizza
"Il canto dell'anima"
Prima rassegna di musica spirituale
Marzo - Aprile 2006

Il Cinema Teatro Sereno e la Parrocchia di San Filippo Neri organizzano "Il canto dell'anima", prima rassegna di musica spirituale, "…per raccontare lo spirito religioso dell'uomo nell'arcobaleno delle esperienze musicali", come recita la locandina di presentazione. La canzone è una delle maniere più immediate che l'uomo ha per esprimersi, è la voce attraverso la quale il nostro cuore riesce a comunicare emozioni e sentimenti. E, grazie alla straordinaria forza evocativa della musica, riesce a "far passare" semplicemente tematiche profonde e dense di significato. L'idea di questa prima rassegna è nata proprio per cercare di avvicinare il popolo al tema sacro, talvolta relegato solo alla liturgia o considerato lontano dalla gente comune. Volutamente è stato pensato un percorso popolare, perché la musica del popolo è quella a noi più vicina e ci aiuta, come un tempo facevano i profeti, a metterci in contatto con l'Assoluto. All'interno della canzone popolare è stato delineato un tracciato che accogliesse esperienze musicali diverse, per sottolineare come è proprio attraverso la diversità delle origini e delle culture che l'uomo riesce a ritrovare uno slancio comune e ad innalzare la stessa voce, anche se con sfumature diverse.

Sono stati scelti protagonisti differenti, sia come estrazione che come genere, perché la musica è come la nostra vita, fatta di momenti chiari e scuri, di compagnia e di solitudine, di allegria e di tristezza, ed ha bisogno che le diverse facce di questi tasselli si avvicinino e si incontrino per affidarsi insieme al Signore. Incontreremo così i canti popolari de Le Rocce Roche, la canzone d'autore di un grande musicista come Massimo Bubola, la riproposta di un album straordinario come "La Buona Novella" di Fabrizio De Andrè da parte della "Piccola Orchestra Apocrifa" guidata da Giorgio Cordini e infine uno sguardo sulla musica ebraica interpretata dai Klezmorin. Volti diversi di un'unica canzone che si vuole rivolgere senza troppo filtri al Signore del cielo e della terra, per reclamare, magari senza troppo pudore ma sempre con estrema dignità, una Presenza. La speranza di chi organizza è di riuscire non solo ad offrire della bella musica ma, ed è ciò che ci renderebbe felici, ad aprire un varco verso i nostri cuori spesso soffocati dalla banalità e dalla superficialità.

I concerti si terranno presso il:
Cinema Teatro Sereno
Traversa XII°
Villaggio Sereno - Bs
Per informazioni: www.cinemasereno.it
direzione@cinemasereno.it
tel. 030/346026 – 030/3533126 int.13

Calendario dei concerti e schede degli artisti

Le Rocce Roche - 30 marzo 2006 ore 21

Il coro di canti popolari "Le Rocce Roche", diretto da Giambattista Tura, si è formato a Brescia nel 1995 per iniziativa di un gruppo di amici accomunati dalla passione per la montagna e la musica.Coro maschile composto da circa trenta elementi, ha scelto di dedicarsi all'esecuzione di canti popolari e di montagna e di far musica secondo tale tradizione.La scelta del nome, che vuol essere gioco di suoni e significati, è a costante eco del senso ludico del far musica del Coro. Nel corso degli anni Le Rocce Roche hanno tenuto numerosi concerti in occasione di diverse manifestazioni e hanno collaborato ad iniziative volte alla diffusione della musica e della tradizione popolare. In particolare, dalla primavera del 2002 (Anno internazionale delle Montagne) il Coro è promotore a Brescia della rassegna di canto popolare "Melodie Montanare".

Il Coro si ripropone costantemente come obiettivo la ricerca e nella riproposta del canto, soprattutto nella loro espressione popolare, come dimensione emozionale positiva ed autentica, in tutti gli ambiti e le circostanze in cui questo si desideri ottenere con la musica.

Massimo Bubola, con Michele Gazich al violino e alle tastiere - 6 Aprile 2006 ore 21

Massimo Bubola, veneto di Terrazzano di Legnago (VR), esordisce nel 1976 con l'album "Nastro giallo" , disco che cattura subito l'attenzione del grande Fabrizio De Andrè. Nasce quindi la collaborazione tra il giovane cantautore veronese e De Andrè, che sfocia nell'album "Rimini" del 1978, per il quale i due scrivono a quattro mani tutte le canzoni, tra cui brillano Avventura a Durango (traduzione di Durango di Bob Dylan), Sally e Andrea. Collaborazione che prosegue nel disco successivo, denominato "L'indiano", del 1981, pubblicato subito dopo il rapimento di Fabrizio e di Dori Ghezzi. L'album contiene canzoni memorabili come Franziska, Hotel Supramonte e la stupenda Fiume Sand Creek. Gli anni Ottanta sono per Massimo Bubola un decennio difficile, nel quale riesce comunque a scrivere il testo (in napoletano!) di una delle canzoni più note del repertorio di Fabrizio De Andrè, Don Raffaè.

Gli anni Novanta sanciscono invece il ritorno "alla grande" di Massimo Bubola, con album di spessore come "Doppio lungo addio", (con la ballata che dà il titolo al disco e Il cielo d'Irlanda, già portata al successo da Fiorella Mannoia e qui ripresa dal suo autore), "Mon Tresor" e "Diavoli e Farfalle". Nel 2001 inizia la saga de "Il cavaliere elettrico", una serie di album dal vivo che ci trasmettono l'urgenza comunicativa di Massimo Bubola, che trova la sua più completa dimensione proprio in concerto.

Nel 2004, co-prodotto da Michele Gazich, esce "Segreti Trasparenti", un lavoro che sintetizza tutta la carriera di Bubola, composto da sontuose ballate di matrice tradizionale dalla grande forza introspettiva, dalle quali traspare la ricerca di un senso religioso da parte del suo autore.

L'ultimo disco, "Quel lungo treno" del 2005, si presenta come una appassionata dedica alla Prima Guerra Mondiale. E' un album epico, che prende spunto dalla musica folk del Veneto per arrivare a sfiorare le musiche popolari di tutto il mondo. A fianco di canti tradizionali come Era una notte che pioveva e Monte Canino, presentate con nuovi arrangiamenti popolari, trovano spazio canzoni più oscure ma di grande pregio melodico e dalla straordinaria forza poetica. In totale sono sei le canzoni nuove, che si agitano tra vibranti punte elettriche e dolcissime escursioni nell'acustico. Un disco che conferma a pieno la statura di Massimo Bubola, uno degli ultimi poeti della canzone italiana, che da sempre propone progetti dal grande respiro culturale, profondi e intensi, che fanno riflettere senza mai diventare seriosi. Un uomo ed un artista vero, che rifiuta la volgarità dei nostri tempi e che scrive canzoni che ci aiutano ad andare verso quella "bellezza che salverà il mondo".

Piccola Orchestra Apocrifa in "La Buona Novella" - 16 Aprile 2006

Giorgio Cordini, chitarrista e polistrumentista al fianco di Fabrizio De Andrè in molti concerti indimenticabili, presenta la "Piccola Orchestra Apocrifa".

La "Piccola Orchestra Apocrifa" è nata alla fine del 2003, quando Tommaso Ziliani mi ha proposto di accompagnare con un organico di sei elementi il suo coro "Il Labirinto" in una particolare versione della "Buona Novella" di Fabrizio De Andrè. Non avendo alcuna esperienza, ho chiesto al violinista Michele Gazich di realizzare degli arrangiamenti per violino (Stefano Zeni), viola (Michele stesso), flauto (Elena Ambrogio), contrabbasso (Carmelo Leotta) e chitarra/bouzouki (io).

Si aggiungeva poi Gaspare Bonafede con un set di percussioni che si sarebbe occupato più dei colori e degli effetti che delle parti ritmiche, non particolarmente necessarie per il repertorio. Dopo aver messo insieme il gruppo ed effettuato le prove necessarie è venuto spontaneo trovare un nome: in un primo tempo il complesso è stato chiamato semplicemente "Piccola Orchestra". Successivamente è stato aggiunto l'attributo "Apocrifa" per due motivi: il primo ha a che fare espressamente con il mondo di Fabrizio De Andrè, infatti, come è noto, la sua " Buona Novella" è tratta dai Vangeli cosiddetti "Apocrifi"; il secondo sta nella particolare composizione del gruppo che comprende musicisti di rock e classici, una sorta di "falso" che pretende sia di suonare musica popolare che di interpretare partiture colte! La formazione ha nel frattempo accolto anche altri musicisti ed è diventata una specie di gruppo "aperto" dove interviene chi può in quella determinata occasione ed è un momento di esercitazione alla lettura ed all'interpretazione musicale. Così nella "Piccola Orchestra Apocrifa" hanno già suonato anche Alessandro Serio (contrabbasso), Enzo Santoro (flauto), Alessandro Adami (voce) ed Elena Laffranchi (viola e violino).

Gli arrangiamenti sono realizzati da Michele e da me stesso. Il repertorio è nato con i brani de "La Buona Novella", ma si sta allargando anche a musiche da film, classici americani ed altro.

"La Buona Novella", testi e musiche di Fabrizio De Andrè

Nel 1970 Fabrizio De Andrè pubblica "La Buona Novella", disco ispirato dai vangeli apocrifi, uno degli album più intensi e profondi del cantautore genovese. Da questo disco emergono dei ritratti dei personaggi del Vangelo,tutti dipinti secondo la visione particolare di Fabrizio De Andrè. Personaggi ricchi di umanità, che diventano i protagonisti di canzoni nelle quali emerge la domanda di verità di De Andrè, nonostante la sua visione "laica" della vicenda cristiana. E' un disco con alcuni passaggi di straordinaria riflessione, come in "Tre madri", dove il dialogo tra le madri dei due ladroni e Maria vive momenti di alta intensità, con Maria che mormora "non fossi stato figlio di Dio, t'avrei ancora per figlio mio". Sullo sfondo dell'album c'è l'uomo De Andrè che interroga il Signore, quasi in una sfida che nasce però dal desiderio di non fermarsi di fronte al limite umano. Nel brano che chiude il disco, "Laudate dominum", De Andrè canta rivolto a Gesù "Non devi pensarti figlio di Dio ma figlio dell'uomo fratello anche mio". Parole forti, provocatorie, che ci dicono di un bisogno urgente in De Andrè, quello di voler incontrare Gesù Cristo, magari scoprendolo fratello e figlio (di Dio). Non ultimo va segnalato il fatto che si tratta di uno dei primi concept album della musica italiana, con Gian Piero Reverberi direttore d'orchesta, ai cori i Musical e alla strumentazione I Quelli, che poi sarebbero diventati la P.F.M. (Mussida, Di Cioccio, Pagani e Premoli).

Klezmorin - 21 Aprile 2006 ore 21

I Klezmorim sono un gruppo formato da dieci giovani musicisti bresciani che da cinque anni propongono un percorso musicale all'interno della cultura ebraica e yiddish. Quello dei Klezmorim è un viaggio, sia pur breve, nella memoria e nella storia dei momenti felici e delle tragedie di un popolo – gli ebrei della Polonia, dell'Ucraina, della Lituania, della Bielorussia – travolto e scomparso nel corso della Shoah. Nei canti che verranno eseguiti nel corso della serata si mescolano gioia e dolore, felicità e delusione, preghiere e riflessioni sull'esistenza.

I componenti dei Klezmorim sono: Alessandro Adami e Alice Pizzoli (pianoforte e voce); Alessandro Todeschini (percussioni); Daniela Fusha (violino); Matteo Pizzoli (chitarra e voce); Claudia Romelli, Denise Pisoni, Lucia Anni e Luisa Anni (voci). Ad accompagnare il gruppo Rolando Anni, docente di Letteratura Italiana e Storia, che ha contribuito a far nascere nei ragazzi la passione per questa musica, guidandoli nella scelta dei brani. Suo è il compito di presentare i canti traducendone parte dei testi e rendendo il concerto un momento d'incontro con la cultura e la musica ebraiche.