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Gubbio No Borders 2006: bilancio positivo per la V edizione

Articolo di: Marta Volterra; pubblicato il 30/08/2006 alle ore 13:41:00.

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Circa 5000 persone sono passate per Gubbio No Borders quest'anno. Un'offerta generosa, a volte sorprendente come per il gran finale di ieri (17 agosto - NDR) con la PFM in Piazza Grande, ha contraddistinto le scelte dell'edizione 2006 del festival.

locandina Gubbio no borders

Circa 5000 persone sono passate per Gubbio No Borders quest'anno. Un'offerta generosa, a volte sorprendente come per il gran finale di ieri (17 agosto - NDR) con la PFM in Piazza Grande, ha contraddistinto le scelte dell'edizione 2006 del festival. Il grande palco della Premiata Forneria Marconi ha abbracciato il numerosissimo pubblico che gremiva la piazza e il gruppo, grazie soprattutto all'istrionica genialità di Franz Di Cioccio, è riuscito a stabilire un rapporto con gli spettatori gonfio di emozione e ricco di entusiasmo.

Il tempo non sembra passare per chi nell'animo è riuscito a coltivare il suo bambino interiore: Di Cioccio, inossidabile, correva riempiendo tutto il palco con la sua prorompente personalità e il suo coraggio. E su tutto palpitava la presenza di Fabrizio De Andrè, che una strabiliante stella cadente ha evocato per un attimo passando sopra il Palazzo dei Consoli mentre la PFM interpretava il suo Amico fragile.

Un concerto coinvolgente, denso e avvolgente: Di Cioccio, nonostante avesse due dita ferite da un incidente con il tagliaerbe, ha fatto tutto quello che poteva e anche di più arrivando a suonare a quattro mani (meno due dita) con Piero Monterisi che lo sostituiva alla batteria.

Dopo i primi brani Rain, River of life, Maestro della voce, dedicato a Demetrio Stratos, l' omaggio a Fabrizio De Andrè con Volta la carta e quell'autoritratto bellissimo per la solitudine che riesce a esprimere che è Amico fragile. Il concerto è proseguito con brani tratti da Chocolate Kings, il disco americano del 1975 rivisitato dalla PFM per quest'occasione, amara e tagliente critica della società americana "grande, grassa mamma che ci ha preso in giro", re di cioccolato che sta morendo fra supermercati e super eroi in declino. Oltre il brano che ha dato il nome all'album sono stati eseguiti Harlequin e Out of the Roundabout.

Non potevano mancare i grandi successi della formazione: Impressioni di settembre e Dove c'è musica. Due i bis, Il Pescatore e Celebration, con il congedo dal pubblico affidato a 40 secondi completamente pazzi di free jazz dedicati a Gubbio No Borders, una sorta di training autogeno guidato dall'irrefrenabile Di Cioccio.

Entusiasmanti anche le esibizioni di Franco Mussida, voce e chitarre, Lucio Fabbri, detto anche Lucio Violino, Piero Monterisi batteria, Patrick Djivas basso, Gianluca Tagliavini tastiera.

"Il gruppo è al lavoro per un nuovo album che uscirà a Natale" ha detto Di Cioccio, "Si tratta di un lavoro strumentale nato da una commistione tra musica e immagini, con filmati dei primi del Novecento, tra cui il primo cartone animato italiano in bianco e nero, e pezzi improvvisati sulla base di una partitura."

Gli organizzatori, Luigi Filippini in primis e il Presidente Guido Zaccagnini, possono dirsi soddisfatti dal risultato raggiunto da quello che l'assessore alla cultura Renzo Menichetti ha definito "un piccolo festival di grande qualità". Gubbio No Borders chiude i battenti con un bilancio estremamente positivo.

L'appuntamento con le nuove proposte del Direttore Artistico Massimo Manzi è tra un anno.