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Meno stranieri nelle radio italiane

Articolo di: Redazione; pubblicato il 08/08/2007 alle ore 18:21:44.

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La protesta dei produttori musicali indipendenti dello scorso 21 giugno contro i network italiani che non danno spazio alla nuova musica italiana, e che ha trovato anche l'appoggio di Claudia Mori, ha avuto il suo effetto.

Giordano Sangiorgi

La protesta dei produttori musicali indipendenti dello scorso 21 giugno contro i network italiani che non danno spazio alla nuova musica italiana, e che ha trovato anche l’appoggio di Claudia Mori, ha avuto il suo effetto.

Infatti secondo l'indagine della Knowmark, l'agenzia di monitoraggio dei network radio, pubblicata sul sito di Musica e dischi, la presenza dei brani italiani nelle playlist radiofoniche è passata dal 15% di due mesi fa al 25%.

Nell’ultima settimana nelle programmazioni radiofoniche la musica italiana ha piazzato 10 brani tra i 40 più programmati. "Questo risultato – dice Giordano Sangiorgi, presidente di AudioCoop e promotore dello sciopero del 21 giugno - dimostra che se il mondo della produzione italiana tutto unito fa sentire la sua voce può riuscire a far invertire la tendenza riscontrata negli ultimi anni a ignorare le produzioni indipendenti italiane. A questo punto le oltre 150 aziende indies che hanno aderito allo sciopero, insieme alle associazioni AudioCoop, Arci, Imaie, Assoartisti e Codacons, chiedono un incontro con i grandi network radiofonici, facendo appello al Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni e al Presidente Commissione Cultura della Camera Pietro Folena, che si sono sempre mostrati interessati a trovare un punto di incontro tra le diverse esigenze della radiofonia privata italiana e dei produttori di nuova musica italiana".

Nell'immagine: Giordano Sangiorgi presidente di AudioCoop.