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Forse il sole ci odia, il ritorno dei Dorian Gray

Articolo di: Redazione; pubblicato il 28/10/2008 alle ore 14:48:58.

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Seconda uscita di una serie che intende narrare storie attraverso l'incontro di musica e immagini, ''Forse il sole ci odia'' coincide con il ritorno discografico, dopo undici anni, di un nome storico dell'underground italiano, i cagliaritani Dorian Gray.

Dorian Gray - Forse il sole ci odia

Dorian Gray - "Forse il sole ci odia" - (Coconino Press /Audioglobe) - Cd + libro a colori di 34 pagine illustrato da Igort.

Seconda uscita di una serie che intende narrare storie attraverso l'incontro di musica e immagini - la collana è stata inaugurata da "Casinò" di Igort & Los Ciceros - "Forse il sole ci odia" coincide con il ritorno discografico, dopo undici anni, di un nome storico dell'underground italiano, i cagliaritani Dorian Gray.

Un ritorno che guarda avanti, aprendo nuovi orizzonti e restituendo una band rinnovata, la cui musica si è fatta più notturna e atmosferica senza perdere la spinta immaginifica di dischi come "Matamoros" e "Veleno della mente". Dieci brani che si muovono tra colori notturni e filastrocche sussurrate, orecchiabilità pop e riverberi noir, epica ed essenzialità, chitarre twanging e ritmi in punta di spazzole, con ospiti importanti come Giovanni Ferrario - la sua chitarra in "Manicure" - e Giorgio Canali, che ha prodotto le tracce vocali di quattro brani e suonato il basso in "Non Esiste".

Nelle parole del frontman Davide Catinari: "Le canzoni di questo disco sono il diario di viaggio in una terra di nessuno riparata dalla luce del giorno, sospese fra il make up del quotidiano e lo stupro dell'onirico. Sono narrazione intima di un percorso emotivo puro e crudele come l'istinto... Dieci canzoni per raccontare la splendida incertezza delle domande che sfidano il bugiardo splendore di un sole bastardo."

Tracklist:
  1. Volere/Potere
  2. Zero lisergico
  3. Invisibile
  4. Manicure
  5. Non esiste
  6. Forse il sole ci odia
  7. 2/4 d'infinito
  8. Anatomia
  9. Crisalide
  10. Salomé

Biografia: Dorian Gray

Il progetto Dorian Gray si materializza sul finire degli anni '80. Una miscela di decadentismo, insofferenza per l'autorità, esalazioni notturne e allergia al conformismo crea le basi per il sound originario della band che nel 1989 debutta sul palco di Arezzo Wave. Nel settembre 1992 il gruppo viene scelto per rappresentare l'Italia all'Expo di Pechino, ed è la prima esibizione di una band europea nel Celeste Impero.

Al rientro in Italia Angelo Carrara, discografico di Battiato e Ligabue, dopo aver assistito ad un concerto milanese offre ai Dorian Grey il primo contratto discografico, e a fine anno esce "Shamano", debutto ben accolto dalla stampa cui seguono otto mesi di concerti per l'Italia e apparizioni televisive ("Notte Rock", "Roxy Bar", "Videomusic"). La band, dopo molteplici cambiamenti, si stabilizza come quintetto attorno alla figura del vocalist Davide Catinari, mentre il passaparola e l'intensità dei concerti fanno crescere il pubblico.

Con il 1995 arrivano il nono posto nel rock poll annuale di Rockerilla e il secondo album, "Matamoros", una sorta di concept sul senso del limite entusiasticamente recensito dalla stampa nazionale. Tra le esibizioni, il concerto all'Europop di Freiburg: la stampa tedesca sottolinea per la prima volta certe atmosfere di stampo doorsiano. In quello stesso anno il gruppo si esibisce nella trasmissione televisiva "Segnali di Fumo" di Videomusic.

Con l'accrescersi di tensioni interne nate dagli ininterrotti concerti, l'atto finale di questa prima fase si consuma sotto la produzione di Paul Chain, chitarrista dei Death SS e estimatore della band, che con il gruppo ormai ridotto a quartetto inventa il sound potente, ruvido e appassionato di "Veleno della mente", uscito, ancora una volta con ottime recensioni, nella primavera del 1997 per la Flying Records.

Dopo alcuni importanti show (da ricordare il live al Beach Bum festival prima dei Faith No More) il gruppo si sfalda, chiudendo una carriera decennale con un ultimo concerto al Binario Zero di Milano nella primavera del 1998. I brani mai pubblicati registrati poco prima dello scioglimento in vista di un ipotetico quarto album, con la produzione di Paolo Favati dei Pankow, illustrano l'avvicinamento a una sorta di "melodia iterativa industriale" che avrebbe dovuto costituire il background di un nuovo percorso artistico.

L'ultima apparizione di Davide Catinari e Luca Buccoli come Dorian Gray è sul palcoscenico di Aulla nel 1999, dove il frontman riceve il premio Lunezia come migliore giovane autore scelto da Fernanda Pivano, presidente della giuria critica, per un il testo di "Spleen", canzone contenuta ne in "Veleno della mente" e ispirata ad Allen Ginsberg. In quella occasione i Dorian Gray, in trio con voce, chitarre e pianoforte, eseguono una versione de "La canzone dell'amore perduto" di De Andrè che suscita l'entusiasmo di Dori Ghezzi.

Nell'ottobre 2005 esce "Tempi supplementari", raccolta di outtakes, demo e rarità e tre anni dopo, a quasi 10 anni di distanza dallo scioglimento, i Dorian Gray ritornano con "Forse il sole ci odia".

Link: Dorian Gray Myspace