Home: Articoli: News

Ligabue: Arrivederci, Mostro! scheda album e tracklist

Articolo di: Redazione; pubblicato il 29/04/2010 alle ore 16:21:45.

ligabue-arrivederci-mostro-cdcover.jpg

Il nuovo album di Luciano Ligabue esce a 20 anni esatti dalla pubblicazione dell'album d'esordio ''Ligabue'' (11 maggio 1990). Arrivederci, Mostro! segna un nuovo inizio nella carriera artistica del rocker di Correggio.

Ligabue - Arrivederci, Mostro! - cd cover

Arrivederci, Mostro! è il nuovo album di Luciano Ligabue, il nono composto da brani inediti e il quindicesimo se si considerano anche colonne sonore, antologie e live. Preceduto proprio da due antologie, "PRIMO TEMPO" (2007) e "SECONDO TEMPO" (2008), che hanno idealmente segnato la chiusura di un ciclo, questo disco esce a esattamente vent'anni dal primo (pubblicato nel maggio 1990), con l'importante compito di demarcare un nuovo inizio.

Già il titolo racchiude un'importante dichiarazione d'intenti: "salutare", come racconta l'autore, "i propri mostri e fantasmi, le proprie ossessioni". La difficoltà (l'impossibilità?) dell'impresa, per Luciano come per ognuno di noi, è segnalata dal fatto che non si tratta di un addio: eppure "ARRIVEDERCI, MOSTRO!", anche se non è un saluto definitivo, trasmette immediatamente una forte sensazione di liberazione e di sollievo, così come l'aspetto del "mostro", rappresentato in copertina come un fumetto.

Alcuni di questi mostri sono affrontati nell'album stesso, quasi come una forma di esorcismo. E così lo slancio vitale del titolo racconta il tentativo di Luciano, nella piena consapevolezza di tempi non facili come questi, di trasmettere comunque coraggio e speranza e di spingere all'autodeterminazione.

Per la prima volta nella sua discografia Luciano non appare come produttore (e nemmeno come co-produttore) dell'album. Il ruolo è stato affidato interamente a Corrado Rustici, già coinvolto per le felici produzioni de "Gli ostacoli del cuore", "Niente paura", "Buonanotte all'Italia" e "Il centro del mondo"; lo stesso Rustici ha inoltre inciso diverse parti di chitarra presenti in "ARRIVEDERCI, MOSTRO!". Ad occuparsi del ruolo di ingegnere del suono è stato scelto Chris Manning.

Gli altri musicisti coinvolti nel progetto sono gli stessi che hanno accompagnato Luciano in tour in questi ultimi anni: Michael Urbano alla batteria; Kaveh Rastegar al basso; Fede Poggipollini alle chitarre; Niccolò Bossini alle chitarre; Luciano Luisi alle tastiere. A questi si aggiungono alcuni ospiti presenti in un paio di pezzi: il Solis strings quartet in "Quando mi vieni a prendere" e José Fiorilli alle tastiere e Lenny, il figlio undicenne di Luciano, alla batteria in "Taca banda".

Il risultato finale di questa produzione è una qualità sonora e musicale assolutamente speciale, che esalta in alcuni brani il rock chitarristico –qui fortemente attualizzato nelle sonorità- che ha sempre contraddistinto Ligabue, mentre di altri sottolinea il fortissimo impatto emotivo in "totale sospensione" ritmica.

Le parti di batteria, solide e potenti, hanno un gusto "live" che rompe la fredda quantizzazione delle griglie imposte dal computer nelle registrazioni in studio di questi anni, e su di esse poggiano efficacissime linee di basso. Chitarre e tastiere esibiscono un'incredibile varietà di suoni, dai più rabbiosi ai più liquidi.

Tutto insomma concorre a quella sensazione di forte cambiamento rispetto al suono del Ligabue che conosciamo, ma, allo stesso tempo, si ha la certezza al 100% di trovarsi davanti Ligabue, che, qui, oltretutto, è innegabilmente al suo 100%: con la maturità che i suoi 50 anni richiedono, e la voglia di giocare ancora intatta.

Tracklist:
Quando canterai la tua canzone
"Son stati giorni che han lasciato il segno / e stare al mondo è già di più un impegno..." - Siamo all'inizio, ed evidentemente qualche "mostro" è già stato lasciato alle spalle. Ligabue si rivolge forse a sé stesso, forse al figlio Lenny, o, più semplicemente, a chiunque sia pronto a vivere la propria vita in autonomia, a modo proprio, costi quel che costi.
La linea sottile
"A mia volta mi fido del mondo / se sapessi le botte che prendo / Non c'è modo di starsene fuori / da ciò che lo rende tremendo e stupendo." - Ancora una volta, come ha spesso fatto in passato, Luciano affronta tematiche "di peso" cercando la chiave dell'umorismo e della leggerezza:
Nel tempo
"c'ero quando sono nato" - Questo testo, pubblicato in anteprima in occasione del compleanno di Luciano, racconta alcuni eventi del suo "romanzo di formazione". Cinquant'anni di vita non possono certo essere riassunti in una canzone, e Ligabue sceglie la strada della citazione per evocare solo alcuni momenti che riguardano soprattutto i suoi primi vent'anni. In questo caso "mostri e fantasmi" hanno un nome e, per la maggior parte, una connotazione positiva.
Ci sei sempre stata
"più ti guardo e meno lo capisco / da che posto vieni / forse sono stati tanti posti / tutti da straniera" - E se anche l'amore diventasse "ossessione" e quindi "mostro", anche se buono?
La verità è una scelta
"ogni passo è una scelta / ogni passo fa l'impronta / quante cose spegne la prudenza" - Se la "verità" è un concetto variamente interpretabile, Luciano taglia corto fin dal titolo.
Caro il mio Francesco
"sarà che anche qui / le quattro del mattino / sarà che anche qui l'angoscia / e un po' di vino / sarà che non ci posso fare niente / se ora mi viene su il veleno" - Verso la fine del 2008 Ligabue ha passato un difficile momento personale; in quei giorni duri sono, evidentemente, venuti a galla pensieri e riflessioni ad ampio raggio, anche su argomenti che non riguardavano direttamente il motivo di quella sofferenza personale. Ecco dunque Luciano affrontare il "mostro" della sua insofferenza verso l'ipocrisia di una parte dell'ambiente musicale: lo fa scrivendo, durante una notte insonne, una canzone sotto forma di lettera inviata a Francesco Guccini.
Atto di fede
"ho visto belle donne / spesso da lontano / ognuno ha il proprio modo / di tirarsele vicino / ma ho visto da vicino / chi c'era da vedere / e ho visto che l'amore / cambia il modo di guardare" - Questa è la canzone che forse più di tutte in quest'album riesce a ricordare la scrittura di Luciano per come la conosciamo e, allo stesso tempo, mostrare la più forte attualizzazione del suo suono.
Un colpo all'anima
"tutte queste luci / tutte queste voci / tutti questi amici / e tu dove sei?" - Il "mostro" affrontato in questo caso ha a che fare con la presenza/assenza di una persona; il tema pero' non viene musicalmente appesantito da sensazioni di nostalgia, ma anzi viene raccontato da una canzone freschissima e dall'andamento coinvolgente.
Il peso della valigia
"hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui / e ti è toccato partire bambina / con una piccola valigia di cartone / che hai cominciato a riempire" - Fra le poesie comprese nella raccolta "LETTERE D'AMORE NEL FRIGO" ce n'è una intitolata "COSA NON METTERE IN VALIGIA": Luciano ha deciso di trasformare quella poesia in una canzone, riducendola, adattandola a nuove metriche e cambiandola in più punti. Il risultato è uno dei testi più delicati fra i suoi di sempre, intenzione questa assolutamente rispettata dall'arrangiamento musicale, che segue da vicino il testo rispettandone le dinamiche e le sfumature.
Taca Banda
"alcuni si lavano tredici volte al giorno / non riescono in nessun modo a sentirsi puliti / alcuni profumano solo il proprio inferno / son tutti qui intorno son tutti impuniti" - Nell'album trova posto una canzone nata da una jam session. Una volta riuniti i musicisti e (dietro le insistenze di Rustici e Urbano) con suo figlio Lenny alla batteria, Ligabue fa partire questo shuffle su cui canta tic e attitudini di diverse tipologie umane, "punte dell'iceberg", per restare ancora una volta in tema, dei rispettivi "mostri" personali.
Quando mi vieni a prendere (Dendermonde, 23/01/09)
"Mia madre che ha insistito che facessi colazione / e sa che la mattina il mio stomaco si chiude / ho finto di esser stanco, ho finto di star male / lei non ci casca più e io non schivo più l'asilo" - La mattina del 23 gennaio 2009 a Dendermonde, una città a trenta chilometri da Bruxelles, un ragazzo di vent'anni è entrato in un asilo nido armato di un coltello con una lama di circa trenta centimetri, con il quale ha ucciso una donna e due bambini e ne ha feriti altri dodici. Il nome dell'asilo è "Paese delle favole". Ligabue, evidentemente toccato in profondità da quel fatto di cronaca, si cala nel cuore della tragedia raccontandola – in modo piuttosto inedito e con una forza d'urto che toglie il fiato - dal punto di vista di uno dei bambini.
Il meglio deve ancora venire
"ti voglio credere per come cammini / per le promesse che comunque mantieni / io ti voglio credere per quello che chiedi / e che non chiedi" - Arriva in chiusura dell'album il pezzo che forse più di tutti ha richiami con il passato musicale e lirico di Luciano, un'altra cavalcata rock dal bpm molto alto in cui la band marcia fortissimo. E così, alla fine di "ARRIVEDERCI, MOSTRO!", l'album dei suoi cinquant'anni compiuti, Ligabue ci lascia con una dichiarazione che non si sa se sia impegno, fiducia, richiesta o evocazione: "il meglio deve ancora venire"

Video: Un colpo all'anima

Ligabue: Sito Ufficiale.