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Qualcosa ci sfugge - Poesie di Alberto Barina

Articolo di: Eloisa Bonaldo; pubblicato il 02/11/2005 alle ore 17:27:15.

Qualcosa ci sfugge

Titolo: Qualcosa ci sfugge
Autore: Alberto Barina
Editore: Autoproduzione
Data di uscita: Novembre 2005

Presentazione di Eloisa Bonaldo

Eccomi di nuovo a spendere quelle che in gergo potrebbero essere definite “due misere parole” sulla nuova, brillante silloge poetica di Alberto Barina: “Qualcosa ci sfugge”, in cui troviamo lo stesso pessimismo e lo stesso lucido disincantato sguardo di sempre verso questi nostri tempi bui e falsi, fatti di esteriorità, silicone ed apparire, dove l’anima e l’animo sono soffocati, celati, nascosti e i poeti derisi.

Ritorna, in questo lavoro, anche un altro tema a lui caro: l’amore a più livelli. A volte non è facile capire (al lettore piena libertà d’interpretazione – come dev’essere per la migliore poesia) se sia amore concupiscente o filiale come nella poesia “Un’unghia”, dove si riscopre però che nulla (e per nulla) è senza scopo: non si può parlare di ottimismo, ma di…un’unghia di speranza, di voglia di provare, di non passare invano: “...Cosa mi hai insegnato?/In silenzio/a trattenere per le briglie un sogno/a riordinare con umiltà/gli angoli bui/a provare orgoglio comunque/...”

Come sempre non mancano le sorprese: nella raccolta si coglie un ordine logico ben preciso; i testi sembrano distribuiti in tre parti: la prima e la terza parte affrontano temi d’attualità, quella centrale affronta temi più personali ed intimi.

Non ci sono poesie dedicate in modo particolare ad eventi di cronaca, Alberto rimane sul generale…e già c’è da preoccuparsi; abbandona i caratteri della poesia futurista e in “Cara Arianna”, l’unico testo relativamente lungo della raccolta, sembra riecheggiare D’Annunzio. La poesia è costruita come un vero e proprio refrain, che potrebbe facilmente essere musicato e cantato, tanto è armonioso.

L’autore poi si presenta usando uno dei mezzi più assurdi che esista: il “Curriculum vitae”, con il quale ci si vende o svende mentendo anche a sé stessi, senza mancare di essere ironico: “.../Vi sembrerò un samurai/oppure un nano di montagna/crederete ai miei occhi celibi d’amore/...”, “...Finalmente sono un pezzo di carta..”.

Nella prima parte l’autore si confronta con il mondo dell’odierno che “innesca alopecia di pensiero...”, ma il suo ego, la sua esperienza lo scuotono dentro e il filo dei ricordi lo riporta nella cerchia degli affetti familiari: il nonno, nel testo “Rondine” e la madre nella lirica “Due poesie”, che diviene una sorta di cerchio ancestrale mai interrotto, un dono per continuare a vivere e destinato a farsi tutt’uno con la poesia, la sua poesia.

Sul filo della nostalgia Alberto ci offre poi la poesia che dà il titolo alla raccolta, in cui si accorge che c’è qualcosa che manca e non capisce cos’è e non può e non sa più ridere, a dispetto di quanto ci ha raccontato con i suoi testi precedenti, ma la ricerca di sé stesso, del suo io, continua con una caleidoscopica disgregazione di immagini che si fanno surreali e che meravigliosamente si ricompongono creando una sorta di nuovo cosmo, nel testo finale “Fotosintesi notturna”: “...Io sono/...il punto cardine più alto/il nord e la sabbia/di una stanza/occupata/dal disordine dei sogni.../”, a dirci dunque che il suo viaggio poetico di “Coraggioso sognatore” è destinato a proseguire imperterrito, senza sosta per altri lidi, per altri mondi, contro tutto e tutti.

L’ultima sorpresa viene da tre piccole poesie in cui Alberto sembra dirci ciò che realmente sfugge a questa nostra vita: “Valore letterario”: è proprio sotto il nostro naso e non ce ne accorgiamo, una delle poche chance per il nostro futuro che ci è rimasta: “L’innocenza” e la rivendicazione del suo essere poeta in “Segnali di fumo dall’accampamento Sioux”.

Alberto è una continua sorpresa e mi rispecchio appieno in ciò che narra, la differenza con lui è che sa sempre trovare quelle parole, quell’armonia di termini che neanche in cent’anni io saprei produrre. Grazie Alberto per riuscire a interpretare così bene i nostri pensieri e per regalarci momenti indimenticabili.

ELOISA BONALDO

Due poesie da "Qualcosa ci sfugge"

Cara Arianna

Il mito della fecondazione assistita,
e dei tafferugli dopo una partita.
Il mito del cantante che più stona
e più va di moda,
il mito di tutta la gente
che per ferragosto si mette in coda.
Il mito della canzone che non si ascolta
ma che si scarica e si fa suoneria,
con un plateale marameo alla discografia.
Il mito del nudo e del tatuaggio,
tra chi muore di fame e chi si fa un viaggio;
il mito della velocità nel produrre denaro,
un euro-logico sentimento che ci costa caro...
Tra ciò che è falso e ciò che è vero...
Vedi cara Arianna
com’è difficile trovare il bandolo della matassa
e raggomitolare poesia,
tra simulacri di cartone
e colossi di polistirolo,
con un soffio ed un tuono di vento
questo tempo viene giù da solo;
ed io che volentieri ci taglierei il filo...
Il mito della badante della legione straniera
e dei tacchi a spillo che ti accendono i sensi alla sera.
Il mito della meta esotica ed esclusiva,
il mito della bomba sexy-erotica ed esplosiva.
Il mito degli scioperi a singhiozzo,
delle guarigioni astrali e delle lune aulenti nel pozzo.
Il mito della guerra al terrorismo
pace, pece e perbenismo.
Il mito delle elezioni per correre ai ripari
e del politico dei sette mari.
Il mito dell’America che taglia e cuce,
della banalità che abbaglia e riluce.
Ed io non ho più voce...
Lo vedi cara Arianna
com’è difficile trovare il bandolo della matassa
e raggomitolare poesia,
tra simulacri di cartone
e colossi di polistirolo
con un soffio ed un tuono di vento
questo tempo viene giù da solo;
ed io che volentieri ci taglierei il filo...

Qualcosa ci sfugge

E tocco il tempo
in tutto il suo feroce passare,
quando ascolto il volto di case
che paiono abitate solo dai ricordi,
che hanno certezza di voci
che non faranno più ritorno
e non siederanno più
attorno ad una tavola.
Qualcosa ci sfugge...
Una lacrima ed un raggio del giorno,
il perdono ed il suo valore,
una virgola come foglia a primavera,
un sogno, il profumo del silenzio,
il pensiero dell’assenza,
l’ombra ed il suo contrario,
un angolo di polvere e l’essenziale,
la poesia e le sue radici.

Siti Internet: http://www.italymedia.it/paradiso/concorso.htm
http://www.alidicarta.it/autore.asp?nome=ALBERTOBARINA
Per contatti: barinaalberto@tiscali.it