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L'inkazzautore - Nudo integrale della musica italiana

Articolo di: Alberto Barina; pubblicato il 15/03/2006 alle ore 17:46:39.

Gitano, al secolo Tonino Fusco, non smette di stupirci! Scopriamolo come scrittore, divertente e ironico, nel libro autobiografico edito da Bastogi Editrice Italiana.

L'inkazzautore

Titolo: L'inkazzautore – Nudo integrale della musica italiana
Autore: Tonino Fusco (GITANO)
Editore: Bastogi Editrice Italiana
Pagine: 173
Data di uscita: 2002

"...La polizia ci fermò sulla strada statale Aurelia per un controllo generale. La Diana era un po' sgangherata, davvero poche le cose che funzionavano. Si, forse le frecce, una soltanto, l'altra si accendeva e si muoveva come impazzita. Appena un poliziotto chiese dove andassimo, io e Andrea, quasi in coro rispondemmo a fronte alta e voce imponente: AL FESTIVAL DI SANREMO!!!!..."

Quant'è lunga la strada che separa un piccolo paesino della provincia beneventana da Sanremo, "Sancta Sanctorum" del festival della canzonetta italiana? Lunga forse in termini di chilometri ma, breve, brevissima se la si percorre con il sogno, l'illusione, la forza che solo la musica sa regalare.

Racchiusa in queste pagine beffarde, ironiche, amaramente ironiche, vi si può leggere la storia di Gitano che inizia sulle note di "Un bacio piccolissimo" di Robertino che risuona tra le pareti domestiche della famiglia Fusco a Tocco Caudio, un piccolo paesino in provincia di Benevento e, di una madre che con i soldi ricavati dalla vendita del formaggio di capra, paga l'iscrizione al figlio ad uno dei primi concorsi canori locali.

Sembrano storie d'altri tempi, alla luce dei Sanremi e delle canzoni attuali che ci riscaldano così poco e che ci tengono così poca compagnia e di artisti che, oggi come oggi, improvvisamente si ritrovano nell'Olimpo e sembrano non conoscere assolutamente i sacrifici, le porte sbattute in faccia, quel masticare, sputare ed ingoiare ed assommare delusioni e tentativi che finiscono nel vuoto…ma Gitano per raccontarci la sua storia, fatta di tanti piccoli quadri di vita vissuta, per raccontarci la sua passione bella e dannata, faticosa e faticata nei confronti della musica, si sceglie anche un compagno "invisibile", una specie di alter-ego che di tanto in tanto spunta tra le pagine: un corvo, che altri non è se non la sua stessa coscienza, e la storia diviene perciò una sorta di auto-dialogo, di auto-interrogazione con il proprio io artistico, meravigliosamente intercalato, qua e là, con la strettissima parlata dialettale (altrettanto ironica) di Zì Mingo, il papà.

Il libro ripercorre in un flashback i mitici anni d'oro e dorati della musica e della discografia italiana, a partire dagli anni '60 per arrivare ad un'analisi al vetriolo di un Sanremo snaturato (quello del 2001), non più riconoscibile come "Mamma" Nilla Pizzi lo aveva fatto, ma caduto nelle grinfie di "San Catarina Casella" che manovra dall'alto come un burattinaio i suoi Gazosa…(evaporati, non più effervescenti a quanto pare e di cui certo non sentiamo la mancanza) e di una manciata di rappers senza arte ne parte.

Gitano fa nomi e cognomi, porta sul palco anzi, al pubblico ludibrio artisti e volti noti e meno noti, come una "brunetta col culo a poppa" o un "pipistrello" a servizio di sua maestà la Regina Caselli; artisti spariti e meno spariti, discografici, impresari, giornalisti, affaristi, trapezisti, mercenari della canzone che salgono e scendono dal carrozzone festivaliero... e li denuda, li canzona…beh! Che altro potrebbe fare un inkazzautore?

Ma le pagine più frenetiche, più concitate sono proprio quelle in cui Gitano ripercorre l'ansia, le gioie, l'attesa, le speranze, legate alle sue due partecipazioni tra le nuove proposte delle edizioni del 1989 e del 1991 del festival, e le conseguenti note dolenti successive che il destino, quanto l'inettitudine di chi si intende di canzoni, ha fatto tramutare da cantautore in inkazzautore e lo ha fatto diventare un peones, un indiano della riserva.

"Cara Mù, scusami se ho parlato male di qualcuno in questa mia lunga storia…non l'ho fatto per cattiveria…cara musica leggera, ti avevo persa, oggi mi ritorni dentro…in questo mondo di discografia tutti la vogliono una via, tutti partono con le ali aperte, cantanti buoni e saponette, so invece che ti amo e vorrei che venissi ad abbracciarmi ancora una volta per portarmi sotto il tuo manto. Sono rimasto a De Gregori, Daniele, Venditti, Bennato, Zero, De Andrè, Guccini, il grandissimo Fossati, gente che fa arte…Oggi non si pensa più, anche il pensiero deve essere veloce come un computer, questi sono tempi meccanici ed io non sto a mio agio, sono fuori dal tempo, sto ancora pensando su un testo di De Gregori…Mastico e sputo...".
Un indiano Inkazzato di nome Gitano da Tocco Caudio

P.S. Anch'io caro Gitano sono rimasto a Fossati e De Gregori...

Leggi la recensione dell'album: Gitano: Pezzetti d'amore.

Sito internet: www.gitano.it