MILVA CANTA MERINI
Articolo di: Alberto Barina; pubblicato il 03/09/2004 alle ore 19:42:57.
A sottolineare il labile confine che intercorre tra musica e poesia, ci pensa il nuovo lavoro discografico della ''Pantera di Goro'' che ritorna al suo pubblico con un cd tutto dedicato alle liriche di una delle piu' grandi poetesse viventi italiane: Alda Merini.
Sono nata il 21 a primavera
Etichetta Discografica: NAR INTERNATIONAL/EDEL
A sottolineare il labile confine che intercorre tra musica e poesia, ci pensa il nuovo lavoro discografico della “Pantera di Goro” che ritorna al suo pubblico con un cd tutto dedicato alle liriche di una delle più grandi poetesse viventi italiane: Alda Merini. Ad aprire il cd la voce della Merini che rende omaggio a Milva: “…Coloro che pensano che la poesia sia disperazione non sanno che la poesia è una donna superba ed ha la chioma rossa…”.
Le interpretazioni di Milva, sospese tra canto e recitazione, sono sicuramente superbe (ed hanno la chioma rossa), a volte però alcune, qua e là, appaiono forse troppo enfatizzate dalla vocalità della stessa e con qualche artificio elettronico ottenuto in studio che distrae; la poesia ha anche bisogno di essere solo sussurrata, appena accennata, abbozzata, appena tracciata.
Tra i brani migliori: “Gli inguini” e “Canzone dell’uomo infedele”, ma il vertice poetico più alto si tocca in “La terra santa”, straziante e commovente recitativo della stessa Merini, che testimonia il periodo oscuro della sua vita trascorso in un manicomio: “Ho conosciuto Gerico, ho avuto anche io la mia Palestina e le acque limpide del Giordano. Le mura del manicomio erano le mura di Gerico…E dopo quando amavamo ci facevano gli elettrochoc perché, dicevano, che un pazzo non deve amare nessuno…”. Le musiche scritte da Giovanni Nuti ed arrangiate da Lucio Fabbri, fanno diventare canzoni le poesie, tra atmosfere etniche e qualche concessione all’easy-listening. Il cd contiene anche una traccia interattiva grazie alla quale è possibile vedere un breve filmato di Milva e della Merini nello studio di registrazione, alle prese con una rivisitazione del brano “Johnny guitar”.
Il progetto è importante, appagante, nuovo ed inconsueto episodio di discografia, che va sicuramente apprezzato ed applaudit, nella speranza che altri artisti possano sconfinare o abbattere il muro (semmai dovesse esistere) tra musica e poesia, anche se qualche brano recitato in più (magari dalla stessa Merini) e qualche brano cantato in meno lo avremmo preferito.TRACKLIST:
Gli occhi di Milva
Sono nata il 21 a primavera
Nella notte che geme il tuo patire
Gli inguini
Canzone dell’uomo infedele
I sandali
Prima di venire
Johnny guitar
La terra santa
Spazio
L’albatros
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