Custodie Cautelari: L'incoscienza
Articolo di: Alberto Barina; pubblicato il 13/01/2006 alle ore 00:26:06.

Artista: Custodie Cautelari
Album: L'incoscienza
Etichetta: Duck Record
Data di uscita: ottobre 2005
"...E per chi si aspettava qualcosa di un po' più poetico, un poco più etico non ho colpa se questa per oggi è la merda che c'è..."
Una giovane band, che decisamente trasmette anche un bell'affiatamento di gruppo e che per una certa affinità di suono, mi sentirei di paragonare agli "Stadio" o, almeno, potrebbero esserne considerati legittimi discendenti. Loro sono le "Custodie cautelari" e, nonostante il titolo del loro cd "L'incoscienza", trovo invece che nei testi vi sia una grande coerenza in ciò che essi vogliono dire, esprimere, anche un po' fuori dai denti.
Il loro messaggio di incoscienza nasce dalla necessità di rivendicare i propri sogni, i propri desideri, le speranze, le illusioni, quel lato adolescenziale o da eterno bambino, quel fuoco della passione che brucia l'anima e che dovrebbe rimanere intatto sempre dentro ciascuno di noi, anche grazie alla musica; tutte piccole, grandi forze necessarie per vivere e che ci consentono di affrontare più fiduciosi il presente.
Un presente ed un quotidiano vivere che invece appare decisamente più incosciente, più labile e che non difende certo questi valori ma, che piuttosto ci impacchetta dietro assurde statistiche o classifiche ("Statistica"), che ci propina ed osanna come nuovo modello culturale la televisione, in sostituzione dei libri o di molto altro ("Cento libri"), che inevitabilmente ci lega al denaro ed al suo potere come panacea per tutti i mali ("Mandateli a me").
Le canzoni delle Custodie Cautelari ci parlano e parlano di istinto, passioni, sogni, pizzichi di ironia che si contrappongono a ragione, a sentimenti, al vivere frenetico ed ottuso dei nostri tempi. Nel brano "Che cosa mi insegna la vita" è presente un richiamo specifico ad una nota, notissima magistrale poesia di Eugenio Montale... "andare a piedi nudi dov'è pieno di vetro", non può che farci venire in mente gli splendidi versi Montaliani: "...E andando nel sole che abbaglia/sentire con triste meraviglia/com'è tutta la vita e il suo travaglio/in questo seguitare una muraglia/che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia/".
Accanto alla voce di Ettore Diliberto (vocalist della band), affiorano di tanto in tanto voci di ospiti illustri ma, sarebbe più giusto chiamare amici illustri: Irene Grandi che duetta nel brano di apertura del cd "Questa sera" (singolo attualmente in rotazione radiofonica), a seguire Neffa in "Per chi è solo al mondo", in realtà forse l'unico brano meno convincente di tutto l'album e poi Eugenio Finardi autore in parte del testo e voce proprio nel brano "L'incoscienza" ed ancora Maurizio Solieri e Fernando Proce in "Se sto male c'è la musica".
Un sound omogeneo caratterizza un po' tutti i brani che si situano in bilico tra un pop-rock a tratti melodico, a tratti più grintoso ed elettronico con qualche accenno di blues. Decisamente un buon progetto, un bel salto musicale ed incosciente nel vuoto dei nostri giorni nel nome della buona musica.
Le Custodie Cautelari sono:
- Francesco Luppi – tastiere, cori
- Mauro Isetti – basso, cori
- Ettore Diliberto – voce
- Max Muller – batteria
- Paolo Zanetti – chitarre, cori
- Questa sera (in duetto con Irene Grandi)
- Per chi è solo al mondo (in duetto con Neffa)
- Che cosa m'insegna la vita
- Resto così
- Gli occhi dell'amore
- L'incoscienza (in duetto con Eugenio Finardi)
- Edon
- Erba cattiva
- Mandateli a me
- Tra le rughe
- Se sto male c'è la musica (cantata da Maurizio Solieri, Fernando Proce ed Ettore Diliberto)
- Statistica (cantata da Paolo Perduca, Elio ed Ettore Diliberto)
- Cento libri
- Questa sera (versione singolo)
Siti internet:
www.custodiecautelari.it
www.lincoscienza.it
Un ringraziamento particolare per la gentile e cortese collaborazione all'ufficio stampa della Duck Record
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