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Luca Bassanese: Al mercato

Articolo di: Alberto Barina; pubblicato il 26/06/2006 alle ore 18:03:14.

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Peccato che un disco così Fabrizio De Andrè non lo possa ascoltare, peccato che un disco così sia distribuito da una piccola etichetta e questo possa comportare magari dei problemi di reperibilità sul mercato (tanto per stare in tema col titolo). Qui c'è da togliersi tanto di cappello e ringraziare il giovane cantautore veneto per avere pensato ad una manciata di canzoni che ci aiutano a riflettere, ci emozionano e non trascurano l'orecchiabilità e la piacevolezza della musica e dell'ascolto.

Luca Bassanese: Al mercato

Artista: Luca Bassanese
Album: Al mercato
Etichetta: X Land/Venus
Data di uscita: 20 giugno 2006

Un autore in bilico sul pentagramma del Nordest tra Manu Chao e De Andrè.

Peccato che un disco così Fabrizio De Andrè non lo possa ascoltare, peccato che un disco così sia distribuito da una piccola etichetta e questo possa comportare magari dei problemi di reperibilità sul mercato (tanto per stare in tema col titolo).

Qui c'è da togliersi tanto di cappello e ringraziare il giovane cantautore veneto per avere pensato ad una manciata di canzoni che ci aiutano a riflettere, ci emozionano e non trascurano l'orecchiabilità e la piacevolezza della musica e dell'ascolto.

Ottimi e curatissimi dunque gli arrangiamenti e le orchestrazioni...e che orchestrazioni. Scende infatti in campo la "Original Kokani Orkestar" della Macedonia che, all'incirca a meta disco, meravigliosamente esplode in un travolgente sound balcanico ne "Il bombarolo" celebre canzone di De Andrè, qui riproposta e cantata come meglio non si poteva.

Che il disco di Luca Bassenese sia interessante e sia foriero di piccole sorprese (come la presenza del mitico "King" Naat Veliot e dell'intervento del poeta Vittorino Curci), lo si capisce fin dall'inizio con il brano "I pesci", dove una chitarra fa da sottofondo alla voce di un bambino che ripete, in un misto tra filastrocca e distaccata ossessione: "I pesci dentro l'acquario/si muovono in moto ordinario".

Uno spaccato di dannata attualità (così comune anche nel Nordest) ci viene testimoniata dai brani successivi "Al mercato" e "La luz de un novo dia", rispettivamente un coinvolgente tango argentino l'uno, ed una rumba ricca di percussioni e sfaccettature l'altro; quest'ultimo con un refrain in dialetto veneto che a sorpresa diventa spagnolo nell'ultimo verso e finisce per dare il titolo all'intero brano.

Il linguaggio di Luca è molto semplice e diretto ma non per questo banale. Con delle strofe e dei testi efficaci ed incisivi lui si schiera contro tutte le indifferenze, contro tutti i falsi moralismi e perbenismi che ci circondano, contro chi ha un solo modo di pensare e forse non accetta o non vede i pensieri degli altri, contro il "lavora, lavora, lavora" al solo fine di trarre guadagno ed il massimo profitto che, se considerato solo da questo punto di vista, come lui stesso dice, equivale ad una morte cerebrale.

Luca spera che l'amore, o i riflessi d'amore (perché ci sono rimasti solo questi), possano arrivare ad annientare chi pensa che un'arma, o la guerra, siano la soluzione immediata e migliore per garantirci il futuro ("L'indifferenza"). Luca ironicamente (splendido il vocalizzo in falsetto) cerca l'uomo: "Uomo dove sei?" ma lo trova assente, distante, indifferente, sperduto davanti ad uno schermo.

Ideali di uguaglianza, dove non esistono "Confini" (come il titolo del brano stesso), dove non esistono emigranti ma solo viandanti, dove l'uomo rinunci un po' alla sua boria di onnipotenza ed onnipresenza "La terra non è solo casa tua", ma possa divenire luogo di reciproco rispetto e tolleranza tra i popoli, questo è ciò che spera il nostro autore.

Si parlava poc'anzi di De Andrè, che è doveroso citare non solo per il fatto che vi è inclusa, come si diceva, una rivisitazione di un suo noto brano, ma perchè l'idea della ballata, delle storie di personaggi sospesi tra il reale ed il fantastico e del recupero di certe sonorità e di certi strumenti etnici è ben consolidata anche nel pensiero musicale di Luca. Basta infatti ascoltare "A Silva", "Canzone per Marta" o la stessa "Confini" per renderci conto quanto l'ottimo influsso deandreaino (chiaramente rielaborato e filtrato) sia presente. Il cd si conclude con un brano ispirato ai fatti del G8 di Genova.

Vorrei spendere ancora due parole sugli arrangiamenti, già ampliamente esaltati ma, che io definirei anche colorati, perché ricchi di piccole sfumature; tante chitarre frementi e percussioni difficili da tenere a bada, una sezione fiati che lega un po' tutti i brani. Davvero si ha la sensazione di stare ad ascoltare qualcosa di "pieno", che ti soddisfa, ti sazia e ti fa stare bene.

Musicalmente si spazia dalle sonorità etniche alla Goran Bregovic, a tanghi, rumbe, ballate, inserti di sincopato jazz, variegato ska e valzer. A tutto questo aggiungiamoci un sottile velo d'ironia che imperturbabile, senza dare troppo nell'occhio, attraversa (anche vocalmente) le varie canzoni. Una prima prova d'esordio che non delude ma che convince e che già porta con sé il prezioso fardello del "Premio Recanati", attribuito per la miglior musica al brano "Confini", e che magari altre giurie probabilmente non faticheranno, io credo, a riconoscere e ad attribuire all'intero lavoro.

Tracklist:
  1. I pesci
  2. Al mercato
  3. La luz de un novo dia
  4. Il destino
  5. Salta x l'indignazione
  6. Canzone di Marta
  7. Nina (prologo)
  8. L'indifferenza
  9. Il bombarolo
  10. Terra adorata
  11. Confini
  12. Gino
  13. A Silva
  14. Il 20 luglio 2001

Sito internet: www.lucabassanese.it

Un ringraziamento particolare per la gentile e cortese collaborazione a Stefano di www.buenaondapromotion.com