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Stefano Magnanelli: Tagadà

Articolo di: Alberto Barina; pubblicato il 17/08/2006 alle ore 15:03:02.

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Un disco d'esordio quello del marchigiano Stefano Magnanelli, che si situa sulla buona linea del cantautorato (prevalentemente) melodico italiano.

Stefano Magnanelli: Tagadà

Artista: Stefano Magnanelli
Album: Tagadà
Etichetta: CNI
Data di uscita:

Un disco d'esordio quello del marchigiano Stefano Magnanelli, che si situa sulla buona linea del cantautorato (prevalentemente) melodico italiano.

Firmano gli arrangiamenti del cd Stefano Melone ed Adriano Pedini ma, i primi due brani d'apertura dell'album non convincono del tutto, diciamo che in alcuni punti fanno persino temere il peggio.

La track che da il titolo all'intero lavoro "Tagadà", sembra un po' troppo pensata e musicata per "fuggire via" piacevolmente ma "tormentosamente" nelle radio, e la metafora ("Questa vita è un tagadà") - che diventa poi il ritornello - della vita e del vivere, del sopravvivere quotidiano che finisce per assomigliare proprio ad un giro su una di quelle giostre meccaniche che si incontrano nelle fiere e nelle sagre di paese, pur dovendo ammettere che è vera, francamente sembra togliere spessore ed originalità ad un testo (che avrebbe potuto avere qualche chance in più) e che ha comunque dei buoni risvolti anche ironici.

Fortunatamente i brani più interessanti, dove vi è una maggior cura tanto nell'arrangiamento che nella stesura e nei contenuti dei testi, sono situati proprio nella parte centrale dell'album.

Da segnalare "Giorni intrusi" per il vivido arrangiamento di percussioni, "La banda del fico" anch'esso colorato da percussioni, che si tradisce in un tango e ben si lancia in prospettive ed ambientanzioni molto De Andreiane, in realtà l'unico brano davvero originale.

Ma il brano più bello ed elegante è sicuramente "Morte su Marte". Il testo è degno di attenzione, anche se non così immediato; intrigante ed ermetico in alcuni punti ma, forse proprio per questo risulta essere uno dei più convincenti dell'intero lavoro e fa dire che se il cantautore si... applica, sa anche regalare emozioni ed inanellare qualche perla. Un brano che concettualmente tra l'atro sembra sconfessare persino il sopraccitato "Tagadà".

Con "Bliz alla Diaz" si ritorna a queste assonanze un po' così così, ma in compenso la canzone si fa portavoce dell'ennesimo sguardo disincantato sulla società odierna, di come diveniamo spettatori impotenti, su più piani, della spettacolarizzazione di immagini giornalistiche e telegiornalistiche .

Una manciata di brani poi melodici e che a vario titolo gravitano attorno al sentimento e lanciano una speranza verso un futuro migliore sono: "Ne ho bisogno", "Martina", "Verrà quel giorno", "Principessina".

Alla luce delle varie canzoni, il titolo dell'album però sembra un po' fuorviante, in effetti ascoltando questo disco non sembra di essere proprio "centrifugati" da un Tagadà, casomai piacevolmente seduti su una giostra di cavalli a dondolo!

Tracklist:
  1. Ne ho bisogno
  2. Tagadà
  3. Giorni intrusi
  4. La banda del fico
  5. Ci vediamo domani
  6. Morte su marte
  7. Blitz alla Diaz
  8. Martina
  9. Verrà quel giorno
  10. Principessina

Sito internet: www.stefanomagnanelli.it