Home: Articoli: Interviste

Cosa deve fare un giovane musicista per affermarsi nel mondo della Musica? L'abbiamo chiesto a Valter Sacripanti...

Articolo di: Redazione; pubblicato il 09/02/2010 alle ore 02:45:31.

valter-sacripanti.jpg

Valter Sacripanti (Docente e Giuria Tour Music Fest) nell'intervista parla del suo ruolo di produttore e musicista, del nuovo premio istituito dal Tour Music Fest (Premio Miglior Musicista) e dell'importanza dello studio della musica.

Valter Sacripanti

Musicista e produttore: come è nata questa esperienza? Come coniughi le due attività?

In realtà sono diventato produttore perché come musicista avevo già una lunga esperienza... mi spiego: suonando in tournée e conoscendo tanti artisti, musicisti, tecnici ecc, ho iniziato a interessarmi anche delle altre "maestranze". In studio di registrazione stavo sempre dietro ai fonici, a sbirciare il loro lavoro e -badate bene- si tratta di fonici storici che hanno fatto canzoni memorabili, dei capolavori tra cui "Come è profondo il mare" di Lucio Dalla, tutti gli album di Venditti... insomma veri e propri maestri del suono che hanno lavorato anche con Pino Daniele.

Lo stretto contatto con questi mostri sacri della fonia mi ha aiutato a non soffermarmi solo sul mio strumento e ad ampliare le mie prospettive e i miei orizzonti, crescendo molto. E' stato uno stimolo fondamentale che si è unito al lavoro sui palchi, sui grandi palchi insieme a grandi artisti, è così che ho guadagnato la stima e la fiducia non solo dei colleghi già affermati, ma anche dei gruppi emergenti. Così hanno iniziato a rivolgersi a me. Con l'esperienza live, la stima dei colleghi, rubando con gli occhi e con i consigli di esperti proprio della "fattura" del suono, ho iniziato a confrontarmi con il mondo della produzione, della composizione e dell'arrangiamento -fondamentali- e ho iniziato anche questa esperienza, difficile ma bella.

Certo il fatto di unire due ruoli così, spesso addirittura messi in contrapposizione tra loro, ti dà una marcia in più sia come musicista che come produttore...

Beh sì, come produttore metto tutto a disposizione dell'artista: il tempo e l'esperienza, le mie strutture, conosco il lavoro e so di cosa un musicista e un cantante hanno bisogno, sia per comporre che per sviluppare un pezzo o un album. Certo è un ruolo difficile e delicato, da cui però ho imparato molto anche per il mio lavoro di musicista. Spesso uno si lega ai propri brani, alle proprie creazioni perché le riempie e unisce a emozioni forti, vissuti personali e così via. Magari pensa di avere tra le mani il brano del secolo... invece poi all'esterno comunica poco. Creare la distanza tra la propria emozione rispetto a un prodotto artistico e l'obiettività del risultato è cosa dura. E spesso è altrettanto duro per me far capire questo ai ragazzi che si fanno ascoltare. Da questo ho imparato tanto per il mio lavoro di composizione. Quando compongo infatti ho imparato a confrontarmi con il produttore per avere lucidità per capire se è veramente un pezzo logico, emozionante, penetrante... in questo i miei due ruoli si uniscono. Consiglio a molti di fare questa esperienza.

Quali sono state le tue più grandi soddisfazioni sia artistiche si produttive?

Come musicista, a parte il fatto di aver messo le batterie nei dischi di Nek -sia in live che in studio- per un album che ha venduto 5 milioni di copie, sicuramente non posso non citare uno dei miei riferimenti più importanti: Ivan Graziani, suonare e collaborare con lui è stato un viaggio... come stare sul palco con Loredana Berté un mito assoluto... Quando da giovane hai dei miti e poi ti trovi dopo anni a suonare con loro è un'esperienza incredibile!! Come produttore invece la soddisfazione più grande a livello indie è aver vinto il primo premio come miglior prodotto indipendente 2006 con Scarlatto, che è un progetto in acustico molto molto interessante...

Cosa ci dici invece del Tour Music Fest?

Sono contento di partecipare, di insegnare agli stage e di essere giurato sicuramente!!! Al primo impatto sono rimasto subito molto colpito dell'organizzazione, ho avuto un bellissimo feedback da tutti i ragazzi e ho notato con gioia la dedizione e l'attenzione dei ragazzi partecipanti. E' stato un incontro interessante e caldo, in cui abbiamo parlato sì di musica e passione, ma anche di tecnica, lavoro, mercato... Le attività come la vostra sono interessanti perché hanno un prezzo accessibile e rappresentano una vetrina interessante.

Cosa deve fare un giovane musicista per sfondare nel mondo della Musica?

Innanzitutto deve darsi un bel periodo indispensabile di studio - è importante dedicare il tempo alla musica... non ti regala niente nessuno purtroppo- e poi mettersi in gioco e confrontarsi con le altre realtà. Questa anche è un cosa importantissima! Quando sono uscito dal mio guscio, già considerato bravo, e ho iniziato a confrontarmi con i grandi, lì ho capito che dovevo crescere ancora, studiando, lavorando, e anche se "arrivato" continuare veramente a mettermi alla prova e a "giocare" con gli altri. Poi se si incontrano scogli... beh, ogni scoglio è un'esperienza, l'importante è non fermarsi di fronte a nulla, e non scappare dalla sfida e dal confronto.

Categoria musicisti?

Innanzitutto, rinnovo ì miei complimenti al Tour Music Fest... io ho avuto l'onore di essere in giuria in finale e ho visto un'organizzazione perfetta all'interno di una manifestazione importante veramente. E gli artisti arrivati in finale si sono resi conto di essere su un palco di prestigio. L'introduzione della categoria musicisti quest'anno mi sembra ottima, perché il musicista è stato sempre dietro a qualche leader e invece così diventa protagonista e questo è giusto. Spesso ci sono strumentisti grandissimi magari coperti da un frontman e invece è importante dare spazio anche a chi fa una scelta artistica che non è quella di accompagnare, ma di solista. Insomma... sono molto contento per la nuova categoria. In bocca al lupo!

Intervista a cura di Marta Volterra, Resp. Ufficio Stampa Tour Music Fest.

Tour Music Fest: Sito Ufficiale.