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Susanna Parigi: La lingua segreta delle donne (recensione album)

Articolo di: Alberto Barina; pubblicato il 05/04/2011 alle ore 17:29:02.

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Il quinto album in studio di Susanna Parigi si ispira al NU-SHU, un misterioso linguaggio che si tramandavano per iscritto un ristretto gruppo di donne abitanti nelle province del sud della Cina. Un album che parla di donne alle donne, ma anche agli uomini.

Susanna Parigi - la lingua segreta delle donne - cd cover

Artista: Susanna Parigi
Album: La lingua segreta delle donne
Etichetta: Promo Music/Corvino Meda editore/Edel
Data di uscita: 5 Aprile 2011

"Affidiamo le nostre vite solo a coloro che conoscono il peso della farfalla e la formula della coincidenze. Se vi aspettate che qui ci si accontenti di qualcosa di meno, la nostra lingua rimarrà per voi sconosciuta come il silenzio perfetto della neve o il suono invisibile delle pietre che cantano".

"Ma perché delle donne decidono ad un certo punto di inventare un linguaggio inaccessibile agli uomini?"

Per chi si dovesse accingere all'ascolto per la prima volta di un album di Susanna Parigi, probabilmente rimarrà validamente sorpreso da quest'artista credo davvero unica nel suo genere, una delle poche rimaste nella difficile "italietta" a portare avanti con coerenza di pensiero una certa linea cantautorale (sia femminile che maschile oserei dire), fatta di qualità e ricerca nei testi, di talento vocale, compositivo, interpretativo oltre che dotata di grande spirito di comunicazione e sensibilità nei rapporti interpersonali. Per chi invece è un veterano e segue Susanna fin dai suoi esordi, non potrà che avere conferma delle sue capacità ed anzi piacevolmente ritroverà nello specifico, in questo suo nuovo capitolo discografico, un gusto per la canzone d'autore che ci riporta per certi aspetti ai suoi primi lavori.

Siamo giunti al quinto album in studio, ideale prosecuzione (o se vogliamo una sorta di secondo capitolo), del precedente progetto L'insulto delle parole uscito nell'ottobre del 2009. Ideale prosecuzione si, ma anche un lavoro nuovo, nuovo nei colori anzitutto; se "l'insulto delle parole" viaggiava sulle tonalità del nero (si vedano i colori scelti per la confezione del booklet), e dalla timbrica di un pianoforte molto deciso, marcato, qui a predominare sono le tonalità del bianco (sempre per i colori scelti del booklet) ed un pianoforte dai suoni molto "dolci", tenui, a tratti eterei oserei dire, che forse perde il suo ruolo principe di protagonista sonoro per farsi piuttosto accompagnatore, avvolgendo quasi come fosse un'unica pellicola di un film tutte le sequenze-canzoni. Ecco lo definirei proprio un album per certi aspetti "cinematografico".

Come già si è ampiamente letto da più parti questo nuovo progetto prende l'avvio e si ispira al "NU-SHU", un misterioso linguaggio che si tramandavano per iscritto un ristretto gruppo di donne abitanti nelle province del sud della Cina; un codice linguistico creato appositamente per comunicare tra loro senza che gli uomini lo potessero comprendere. Di questa lingua segreta non vi sono molte testimonianze tradotte in italiano, saggi o documenti che ci consentano di comprendere fino in fondo le dinamiche e i perché (soprattutto) di questa lingua (quindi a Susanna spetta anche il merito di averci portato testimonianza di un frammento di cultura orientale che le nostre menti nemmeno oserebbero immaginarne l'esistenza).

Il contenuto di questi scritti "nu-shu" pare più o meno accertato vertessero spesso sulle condizioni di vita di queste donne sottomesse agli uomini: sia padri che mariti, del loro ruolo di spose infelici costrette al matrimonio con uomini che non amavano, del loro vivere quotidiano, oltre a testi di indiscussa qualità poetica. Vi è comunque un romanzo di facile reperibilità che potrebbe svelarci qualcosa di più del mondo affascinante del nu-shu e delle sue "esecutrici", dal titolo "Fiore di neve e il ventaglio segreto" scritto da Lisa See edito nel 2006 anche in Italia per i tipi di Longanesi/Tea.

Ma ritorniamo a "La lingua segreta delle donne" ma si potrebbe dire anche "Quello che le donne non dicono" per restare nell'ambito della canzone; un album che parla di donne alle donne, ma anche agli uomini, un album dove le donne sono protagoniste, donne che spesso per paura, per omertà o per mille altri motivi faticano a svelare (ecco in cosa consiste la lingua segreta), a confessare i propri segreti siano questi ultimi i desideri più intimi come in "Ma tu dormi", siano invece atroce testimonianza di violenze subite come in "Crudo".

L'apertura del disco, con il valzereccio brano "Liquida" (e con il recitativo della bravissima Lella Costa), vuole essere anzitutto un omaggio alle donne della famiglia di Susanna, quelle "donne-maestre" (al pari quasi delle "donne-nu shu") che sanno trasmettere e tramandare passato e ricordi ai quali non ci si può o non ci si deve sottrarre perché sono parte della nostra vita, del nostro bagaglio affettivo ed anche culturale, proprio quelle donne che ci fanno dire contemporaneamente: "io sono, fui e sarò". A seguire "Così è se vi pare" confessione di "Mujer Ramera" prostituta-santa, in bilico tra cuore ed istinto e subito dopo "Crudo" brano serrato ed incalzante nelle immagini rese dal testo, che come si diceva affronta il tema della violenza anzitutto fisica nei confronti della donna.

"Il lento svagato che muove le tende" oppure "una mano che allaccia e che slaccia i bottoni" sono "protagonisti" di "Una certa esaltazione di vivere", brano tra i più originali dell'intero disco e ancora, non si può rimanere indifferenti al ripetersi di tragedie, di retaggi culturali che si ripetono sempre uguali, dovuti alla spesso ignobile superiorità dell'uomo imposta sulla donna (giusto per rimanere in tema)... "Quante Sakineh/quanti orrori ancora/per la legge del più forte", canta Susanna in "Petite Madone" uno dei brani più belli, picco assoluto dell'intero lavoro, piccolo capolavoro cantato interamente in francese su testo di Michelle Vasseur e dall'ariosa orchestrazione che ci ricorda la grande canzone francese d'autore.

In un disco che parla di donne, spunta anche un uomo... "L'uomo senza qualità" (il cui titolo rimanda al noto romanzo di Musil), un uomo che dopo... averci dormito sopra... "Ma tu dormi" è pure "tutto voracità, illegalità, commerciabilità". Piglio ironico e farsetto vocale della Parigi fanno il resto.

"La città senza porte" (in verità il brano che meno convince di tutto il progetto), posta verso la fine del disco, vuole essere un brano di speranza nel veder sorgere una ideale città che sappia accogliere tutti, e che renda possibile la convivenza tra gli esseri umani, al di là delle differenze di sesso, religione e quant'altro ma semmai possa essere punto di approdo per tutti nelle differenze (tematica già cara alla Parigi con il suo precedente In differenze del 2004). "Il suono e l'invisibile" canzone non-canzone, una sorta di coda a "La città senza porte" di cui si potrà apprezzare sia il suono che...l'invisibile.

Chiude il disco un'altra perla: "Volesse il cielo", un omaggio di Susanna alla grande classe interpretativa di Mia Martini, un brano di commovente poesia, scritto da Vinicio De Moraes; brano un pò dimenticato del repertorio della suddetta artista, ma che ci porta indietro nel tempo e nostalgicamente ci fa dire: "canzoni così non se ne scrivono o non se ne cantano più" ma, nel contempo, anche grazie all'interpretazione di Susanna, ci regala quella speranza che le cose belle (o le grandi canzoni) esistono e resistono nel tempo.

L'impianto musicale del cd risulta raffinato ma con garbo, sempre coadiuvata dal suoi musicisti-amici più fidati: Aurora ed Alice Bisanti, Yuriko Mikami, Matteo GIudici, la Arkè String Quartet e Kaballà co-autore di quasi tutti i testi.

A corredo del cd una traccia multimediale (come già era accaduto per "L'insulto delle Parole" ), a sottolineare che un cd non è solo un cd ma può divenire anche progetto culturale, con brani di interviste a donne della cultura e dello spettacolo tra le quali Pamela Villoresi, Ottavia Piccolo, Curzia Ferrari, Teresa De Sio.

Volendo fare l'avvocato del diavolo potrei dire che al primo ascolto il disco potrebbe spiazzarvi, lasciarvi titubanti... Susanna lo sa e per questo ha preparato un booklet corredato oltre che bellissime fotografie anche da tutti i testi dei brani che se li leggerete accompagnati dalla musica, sapranno catturarvi poco per volta e alla fine non vi lasceranno più, perché avrete la certezza di ascoltare qualcosa di più del normalissimo cd di una cantautrice o di un cantautore. In fondo la buona musica richiede "Fatica e pazienza", sforzi che noi "ascoltatori di provincia" spesso non siamo (o non vogliamo) più fare, o che il mondo discografico attuale ci ha disabituato a fare.

Tracklist:
  1. "Liquida" - con Lella Costa
    (musica e testo di Susanna Parigi)
  2. "Così È Se Vi Pare"
    (musica di Susanna Parigi / testo di Susanna Parigi e Kaballà)
  3. "Crudo"
    (musica di Susanna Parigi / testo di Susanna Parigi e Kaballà)
  4. "Ma Tu Dormi"
    (musica di Susanna Parigi / testo di Susanna Parigi e Kaballà)
  5. "Una Certa Esaltazione Di Vivere" - con Arkè String Quartet
    (musica di Susanna Parigi / testo di Susanna Parigi e Kaballà)
  6. "Petite Madone"
    (musica di Susanna Parigi / testo di Michelle Vasseur)
  7. "L'uomo Senza Qualità"
    (musica di Susanna Parigi / testo di Susanna Parigi e Kaballà)
  8. "La Città Senza Porte"
    (musica di Susanna Parigi / testo di Susanna Parigi e Kaballà)
  9. "Il Suono e L'invisibile"
    (musica di Ferruccio Spinetti / testo di Susanna Parigi)
  10. "Volesse Il Cielo"
    (musica di Toquinho / testo di Vinicius de Moraes e Sergio Bardotti)

Un ringraziamento particolare a Giovanni D'amico di www.paroleedintorni.it e a Silvia Spazzafumo di www.promomusic.biz per la gentile collaborazione.

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